Darrera modificació: 2019-03-29 Bases de dades: Sciència.cat, Altres
Ruy González de Clavijo, Viaggio a Samarcanda (1403-1406): un ambasciatore spagnolo alla corte di Tamerlano, edizione italiana a cura di Paola Boccardi Storoni, Roma, Viella (I libri di Viella, 18), 1999, 248 pp.
- Resum
- Ruy González de Clavijo, membro di una nobile famiglia di Madrid, era ciambellano del re di Castiglia e León quando fu scelto da Enrico III per guidare una missione diplomatica a Samarcanda presso la corte di Tamerlano. Partito da Cadice nel 1403 tornò in patria nel 1406 e fino alla sua morte, nel 1412, continuò a ricoprire alte cariche sotto Enrico III e il suo successore Giovanni II.
Il resoconto della sua missione, scritto al ritorno in Spagna, è un documento storico di notevole importanza e, per il lettore moderno, una straordinaria avventura di viaggio. Lungo un percorso di oltre 20.000 km, tra andata e ritorno, per mare e per terra, vengono descritti con ricchezza di particolari ambienti, personaggi e fatti dei luoghi toccati nelle varie tappe. Nella tratta mediterranea il lettore viene inizialmente portato da Cadice – dove Clavijo s'imbarca il 21 maggio 1403 – alla costa italiana, attraverso le Baleari, le Bocche di Bonifacio, Ponza. Dopo uno scalo a Gaeta il percorso si dirige, passando per Ischia e Capri, verso le isole Eolie – con la descrizione dell'eruzione dello Stromboli – e Messina. Da qui prosegue per il Peloponneso, Rodi, Chio, Costantinopoli e, dopo una sosta di tre mesi nella capitale bizantina per svernare, Trebisonda sul Mar Nero. Da Trebisonda inizia la marcia via terra, lungo la Via della Seta. Clavijo costeggia il monte Ararat, attraversa l'Armenia e la Persia, toccando Soltaniyè, Teheran, Nishapur, valica i deserti del Turkménistan meridionale, e infine l'8 settembre 1404, un anno e mezzo dopo la sua partenza, arriva a Samarcanda, da cui, dopo una sosta di due mesi e mezzo, inizia il viaggio di ritorno. In un mondo in conflitto e denso di pericoli, il lettore rimane sorpreso dall'intensità dei traffici commerciali, dalla natura e la qualità dei prodotti scambiati per migliaia di chilometri, dalla presenza dei mercantili genovesi e veneziani nei porti più lontani del Mar Nero, dalle carovane di centinaia di cammelli sulla Via della Seta che collegavano l'Occidente alla Cina, scambiando non solo merci, ma anche idee, culture, lingue. In questo quadro spicca la figura del “grande signore Timur Beg”, il Tamerlano. Conquistatore spietato e crudele, creatore di un immenso impero nell'Asia centrale, ma nello stesso tempo grande mecenate, promotore di studi storici e filosofici, ospite cortese e generoso, dotato, nonostante l'infermità e l'età avanzata, di un'instancabile curiosità intellettuale.
Sumari:
Introduzione
Avvertenza
Ruy Gonzàlez de Clavijo, Viaggio a Samarcanda
I. Da Cadice a Rodi
Da Cadice alle isole Baleari. Dalle Baleari a Gaeta attraverso le Bocche di Bonifacio. Un'alta montagna dalla cui vetta esce fumo e fuoco: da Gaeta a Messina. Due settimane per mare: da Messina a Rodi.
II. Da Rodi a Pera
Sosta a Rodi e notizie sulle guerre in Oriente. Da Rodi a Mitylene: trenta giorni di venti sfavorevoli. Il difficoltoso passaggio dei Dardanelli: da Mitylene a Pera.
III. Costantinopoli
In visita alle chiese di Costantinopoli. Un grande spazio aperto chiamato Ippodromo. Santa Sofia. Altre chiese di Costantinopoli. La città genovese di Pera.
IV. Da Pera a Trebisonda
Verso il Mar Nero: tempesta e naufragio. Ritorno e soggiorno a Pera. Ripartenza per Trebisonda.
V. Da Trebisonda a Erzinjan
Trebisonda. Su montagne molto alte e piene di neve. Nel regno di Tamerlano. Un uomo tanto insensato da scrivere simili follie: la guerra tra Tamerlano e i Turchi.
VI. Da Erzinjan a Khoy
Attraverso l'Armenia. La montagna dell'arca di Noè: ai piedi dell'Ararat. Con sei struzzi e un animale chiamato giraffa: dalla fortezza di Maku a Khoy.
VII. Da Khoy a Soltaniyè
Grandi palazzi e moschee meravigliose: la città di Tabriz. Di giorno era impossibile viaggiare a causa del caldo: attraverso la Persia. A Soltaniyè arrivano molte perle e pietre preziose. Una terra che si chiama Kurdistan.
VIII. Da Soltaniyè a Nishapur
Teheran. Un vento infuocato che pareva uscisse dall'inferno: accampamenti, caravanserragli e stazioni di posta. Nishapur.
IX. Da Nishapur a Termez
Per pianure desertiche. Al servizio di Tamerlano. Si avanzava in un deserto sabbioso: soste negli accampamenti dei nomadi. Dove Alessandro Magno si scontrò col signore dell'India: da Andkhvoy a Termez.
X. Da Termez a Samarcanda
Le Porte di Ferro. Qui nacque Tamerlano: la città di Kesh. Da Kesh a Samarcanda.
XI. Samarcanda
Davanti a lui una fontana nella quale galleggiavano mele rosse: l'incontro con Tamerlano. Le residenze del signore in Samarcanda. Cadevano a terra ubriachi, ma ritengono che ciò sia indice di grande educazione: le feste sotto le tende. Banchetti e sentenze. Il suo viso era coperto da un cerone bianco: le mogli di Tamerlano.
XII. Ancora Samarcanda
L'accampamento e il tesoro. Le moschee e il grande bazar. Il congedo degli ambasciatori spagnoli. È poco più grande della città di Siviglia: descrizione di Samarcanda. Come fu annientato Toktamish, imperatore della Tartaria.
XIII. Il ritorno da Samarcanda a Siviglia
Molta neve e deserto: da Bukhara a Tabriz. La morte di Tamerlano. Le lotte per la successione. La fine del viaggio.
La traduzione è basata sull'edizione critica Ruy González de Clavijo (1943), Embajada a Tamorlán: estudio y ...
- Matèries
- Geografia i viatges
Castellà
- Notes
- Fitxa de l'editor: http://www.viella.it/Edizioni/LibriViella/LibriViel ...
|