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Settia, Aldo A., De re militari: pratica e teoria nella guerra medievale, Roma, Viella (I libri di Viella, 83), 2008, 336 pp.
- Resum
- Sarebbe un grave errore pensare che, nel corso dei secoli medievali, il modo di combattere sia rimasto sempre eguale a se stesso. Benché gli elementi naturali e le limitate disponibilità tecniche non cessassero di condizionarne lo sviluppo, mezzi e procedimenti di azione furono oggetto di continue innovazioni alle quali non fu estranea la costante influenza dei modelli antichi. In quale misura la conoscenza dei trattatisti latini pesò sugli ordinamenti militari medievali? Essa fu indubbiamente precoce e duratura e, dopo la fondamentale esperienza dell’età comunale, trovò in Italia una prima sintesi negli Insegnamenti di Teodoro I di Monferrato. Tanto l’esperienza pratica quanto la tradizione teorica concorsero, in misura non facile da stabilire, alla formazione del sapere militare corrente. Le influenze antiche ripresero la loro preminenza in età umanistica con la composizione di nuovi trattati come i De re militari di Roberto Valturio e di Antonio Cornazzano, opere che, ispirate alla riscoperta dell’antichità e alla «guerra come opera d’arte» dei condottieri italiani, contribuirono, insieme con i modelli umanistici, ad estendere la loro influenza a tutto l’Occidente.
Sumari:
Il medioevo militare in Italia
Parte prima. L’incidenza dei modelli antichi
1. La trasmissione del sapere militare
Dinastie di ingegneri e di signori. Gli scambi per imitazione. La memoria lunga degli insuccessi. Dinastie di condottieri. La “buona guerra”. Le interferenze della tradizione scritta. L’ambiguità delle testimonianze. Le tattiche della fanteria. Teodoro di Monferrato e Filippo di Clèves. Note.
2. Umanesimo e arte bellica
L’eredità classica e l’educazione del principe guerriero. Vegezio e la pratica sul campo. Roberto Valturio e il macchinismo. Gli effetti della «mirabile» bombarda. Antonio Cornazzano e la valorizzazione dei moderni. Il condottiero ideale. Nota bibliografica. Nota bibliografica aggiuntiva.
3. «Viriliter et competenter»: l’uomo di guerra
La figura del «doctus ad bellum». «Acies ad bella ordinare». La pratica del comando. Note.
Parte seconda. La pratica e la nuova dottrina
1. Gli «Insegnamenti» del principe
L’eredità comunale. Le insegne, i suoni, il profitto. La sperimentazione diretta. Un modello scaligero? Note.
2. Un esercito per il marchese
«Ad militiam imponendam». Le forme di mobilitazione e il grado di inadempienza. La prova di forza del biennio 1323-1324. Note. Nota bibliografica aggiuntiva.
3. La battaglia di Gamenario (22 aprile 1345)
Tra letteratura e storia. Il Piemonte guerriero al tempo di Gamenario. Capire una battaglia. Note.
Parte terza. Innovazione, tradizione, storiografia
1. Balestre, pavesi e lance lunghe
La tripartizione funzionale e la sua fortuna storiografica. La terribilità della balestra. «Cum lanceis summe longitudinis». Lo scudo detto “pavese”. A modo di conclusione. Note. Nota bibliografica aggiuntiva.
2. Il fiume in guerra
La pericolosità delle acque. Guadi, ponti e fortezze. Le fazioni milanesi. L’Adda e la difesa di Milano. Note.
3. Il medioevo militare in Italia: 1980-2000
Le fonti. Le armi. Fortificazioni e assedi. L’alto medioevo, i Normanni in Italia, la crociata. Dai comuni ai signori. I condottieri. Note. Nota bibliografica aggiuntiva.
- Matèries
- Història
Guerra Art militar Tècniques
- Notes
- Fitxa de l'editor: http://www.viella.it/Edizioni/LibriViella/LibriViel ...
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